Rapide Osservazioni circa i presunti treni persi e l’entusiasmo di tutti gli improvvisati capistazione della vostra, propria, personalissima vita.
Parlo di quelli un giorno pronti a controllare la vidimazione del biglietto per sentenziare sull’inidoneità del vostro viaggio e un altro nelle vesti di vigili urbani delle vostre occasioni mancate: “Eh ma dovevi andare lì, fare così, scegliere quella strada, poi voltare a sinistra, ripensarci e salire infine lo stesso sul treno, perché MICA vorrai perdere ‘sto treno?”. I più diretti tendono a concludere drammaticamente: “Guarda che non ripassa, eh. E’ un attimo e ti ritrovi che son già passati tutti, TUTTI!”.
Datemi ascolto, amici che condividete questo destino. Ma soprattutto voi amiche, perché a parità di condizioni alle donne viene chiesto di più con la metà del riconoscimento – affronteremo questo discorso in un’altra puntata prescrivendovi qualche altra pillola di saggezza. Io credo che eccetto quei pochi individui che realmente ci aiuterebbero a trovare la strada anche di notte con il lanternino acceso se solo glielo chiedessimo, gli altri si improvvisino segnalatori viventi di sentieri altrui perché non hanno molto da cercare tra i propri. Rappresentano quel tipo di persone che ti trascinano lì alla stazione forzatamente e ti prendono in braccio pronti a lanciarti nel vagone, poi si accorgono che non eri pronta, avevi lasciato la borsa a casa più o meno distrattamente, e finiscono col guardarti con aria rammaricata come se tu fossi spacciata per sempre.
Sarà che io i treni migliori li ho presi mentre ero faticosamente seduta dietro una scrivania o felicemente impegnata in attività ricreative, però questo attivismo compulsivo che porta ad invadere tutte le stazioni del mondo, ogni porto di mare, ogni anfratto della terra ricco di relazioni umane, mi sembra eccessivo. Bisognerebbe essere quel minimo attivi per non farsi travolgere, a volte è necessario scansarsi dai binari un attimo prima di essere investiti definitivamente, giusto per preservare la nostra capacità di scelta e non diventare totalmente passivi davanti allo tsunami della vita. Correre affannosamente verso la meta prima degli altri o prima dello scoccare della mezzanotte dei trent’anni, rischia di farvi arrivare già stanchi senza che ce ne sia bisogno. Non sentitevi in colpa quando gli altri si autoproclameranno certificatori dei vostri presunti treni persi. Perde solo chi non sa aspettare. Piuttosto, annuite vigorosamente facendo passare in sovrimpressione un luminoso psichedelico “macchitellhachiesto”.
Perché se un treno non si ferma alla vostra stazione, forse non è il vostro treno.


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Patatella quanto manchi qui !
Posso dire la stessa cosa di te!