Chissà dove finiscono le parole non dette, quell’opinione contrastante con il tuo interlocutore che scegli di sopprimere portando alla bocca il bicchiere. Forse è stata buttata giù, ingoiando vino e pensieri, respinta nel profondo della pancia da cui era venuta, perché chiunque preferisce due labbra bagnate dal vino ad una polemica. Chissà dove finiscono i pomeriggi al cinema con le persone sbagliate. E tutti quei film che avresti voluto vedere di cui adesso non ricordi neanche i titoli, dove sono finiti? Chissà in quale dimensione temporale continuano a scorrere veloci le ore passate al telefono a conoscersi. E chissà quanti giorni sono riuscite a comporre; chissà se sono riuscite a superare i nostri, adesso che gli abbiamo dato una fine.
Chissà dove andrai a ricercare, da adulta, quelle strane posizioni sottosopra a fissare il soffitto, con le gambe lungo la parete della camera, la schiena dritta e la testa che punta insistentemente verso il meridione del tuo letto. Forse finiranno nello stesso luogo sconosciuto dove sono andate a nascondersi le ragazze che arrossiscono dipingendosi il volto di mirtillo, chissà se qualcuno ha mai scoperto il segreto gusto delle loro guance. Chissà che catena infinita di gesti rituali stanno componendo tutti quegli attimi quotidiani della tua infanzia scolastica, quando tornata a casa buttavi lo zaino sul pavimento della camera correndo sulle punte scalze fino al bagno.
Chissà dove sono le intuizioni della tua vita, quegli impulsi divini che ti hanno fatto sterzare a pochi metri da un arrivo, quei pochi secondi in cui è maturata la consapevolezza e lo hai guardato con occhi diversi, chissà dove sono finiti tutti i momenti di slancio in cui l’hai sentita piena e meritevole di essere vissuta. Chissà se l’attimo in cui termini di piangere a dirotto, quella frazione di secondo in cui tiri l’ultimo sospiro profondo e senti gli occhi bruciare di un disinfettante naturale che ti rimette al mondo, è mai stato fermato da qualcuno. Gli chiederemmo in che anfratto sconosciuto si sono rifugiati i frammenti di tempo che consideriamo persi e le persone capaci di coglierli. Ci rivelerebbe con chi stanno discutendo le opinioni bagnate dal vino, se stanno parlando al telefono o sussurrano in un cinema dai titoli memorabili, che non dimenticherai mai più. Ci confesserebbe dove continuano instancabili a danzare quei piedi scalzi di ragazza sul pavimento freddo al rientro da scuola e in che museo sono finiti collezionati gli attimi preziosi della tua vita, dove sono esposti gli sguardi con cui hai saputo riconoscere la bellezza di chi avevi davanti. E, soprattutto, se c’è qualcuno che sta raccogliendo questi attimi perduti come briciole per strada, pronto a restituirceli in serie al momento giusto, rovesciandoli tutti sul pavimento, con gran stupore da parte nostra nel sentire le guance tingersi nuovamente di mirtillo.
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